Il MoMI – Centro di elaborazione culturale
La tradizione dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” si fonda sul confronto con diversi mondi culturali e, in maniera crescente, in diversi ambiti disciplinari si è sviluppata una particolare sensibilità a temi legati alla mobilità e alle migrazioni umane, tanto in rifermento alla storia delle emigrazioni italiane e alle mobilità interne, quanto ai processi migratori che hanno interessato l’Italia come luogo di arrivo.
I flussi migratori e i loro effetti (spaziali, economici, sociali, culturali) rappresentano un fenomeno plurale, mutevole eppure di estrema centralità rispetto all’interpretazione della contemporaneità, pertanto la conoscenza del loro funzionamento e delle conseguenze sui luoghi di arrivo, di partenza e di transito non può prescindere da un approccio multidisciplinare che coinvolga i diversi saperi presenti nell’ateneo, come dimostrato dalla ricca produzione sul tema degli ultimi anni. In particolare, il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali (Disus) è dotato di una solida tradizione di studi in ambito storico, economico, socio-antropologico, giuridico, filosofico e geografico e gli studi relativi ai processi culturali (nelle loro diverse declinazioni). Nel contempo, gli altri due Dipartimenti dell’Ateneo (Asia, Africa e Mediterraneo; Studi Letterari e Linguistici), oltre alle competenze linguistiche e culturali relative alle diverse aree di provenienza dei flussi migratori, offrono molteplici attività e ricerche sul tema della multiculturalità e dell’apprendimento linguistico.
Il MoMI pertanto si prefigge lo scopo di approfondire tali saperi particolarmente attivi nei tre dipartimenti dell’Ateneo mettendoli a sistema, salvaguardando la duplice declinazione locale e globale. Alla luce del nuovo assetto che sta assumendo il processo migratorio, oltre le retoriche dell’emergenza, risulta ineludibile una riflessione sui nuovi scenari e sull’assetto dei campi migratori che si stanno configurando; sugli strumenti interpretativi per comprendere le dinamiche socio-economiche che spingono le persone a mettersi in movimento; sul lessico e sugli approcci teorici multidisciplinari: sul crescente valore assunto dai capitali immateriali e sulle reti di comunicazioni transnazionali; sui processi di trasformazione dei luoghi di partenza, arrivo e transito messi in moto dai migranti e dai rifugiati come attori collettivi a differenti scale. Si tratta di ambiti in cui l’Ateneo appare ben attrezzato, assicurando una pluralità di prospettive culturali e disciplinari.
In particolare, il MoMI si propone di promuovere programmi strategici multidisciplinari sul tema, attraverso incontri, seminari periodici e pubblicazioni, elaborando una piattaforma informativa online, stabilendo un proficuo dialogo con gli operatori non accademici del settore (enti locali, istituzioni, associazioni che operano nel campo della multiculturalità). A scala micro, è possibile immaginare un dialogo con altre realtà scientifiche e professionali locali per proporre inchieste di campo che consentano al centro di diventare uno strumento di dialogo con i policy-makers, gli operatori e l’opinione pubblica, mai come in questo periodo fortemente sollecitata sul tema. A scala meso, il Centro può diventare un riferimento per studi, ricerche e azioni di consulenza per gli operatori del settore dell’immigrazione e dell’emigrazione, due versanti ancora molto attivi nella regione Campania. A scala macro, invece il centro si prefigge di contribuire al vivace dibattito internazionale grazie anche al confronto che potranno fornire i partner di diverse realtà coinvolti nella rete, tanto nel comitato scientifico che nel comitato d’onore. In particolare, il Laboratorio Migrinter dell’Università di Poitiers sarà partner strutturale del centro, con cui si potrebbe ipotizzare la costruzione di un master in cotutela che arricchisca l’offerta formativa dell’Orientale.